Chiesa Madre dei Santi Pancrazio e Francesco d'Assisi

Uno dei luoghi di culto più frequentati di San Pancrazio Salentino è la Chiesa Matrice, dedicata oggi al Patrono San Pancrazio Martire e a San Francesco d’Assisi, che si staglia maestosa su piazza Umberto I, nel centro storico del paese.
L’edificio sorge sulle fondamenta di una parrocchia più antica, di cui rimane in particolare la campana decorata con fregi floreali e figure, innestata sul campanile più recente, che fa risalire la prima fondazione al 1619. La costruzione della Chiesa attuale fu iniziata nel gennaio del 1859 su progetto dell’Ingegner Giuseppe Magliola, terminata solo nel 1872.
La facciata dal prospetto limpido, disegnata con gli elementi ionici e le aree proporzionate dello stile Neoclassico, è scolpita nella tipica pietra leccese che aumenta l’evocazione visiva di un tempio greco, come l’effetto solenne che accoglie il visitatore sulla scalinata verso il portale d’ingresso, una studiata ripetizione in dimensione ridotta della struttura a timpano dell’intero fronte, a sottolineare ancora il riferimento antico.
L’interno, a croce latina su tre navate con cappellette laterali, eleva lo sguardo verso l’altezza prevalente della navata centrale, fino alla magnifica cupola con gli affreschi degli angeli nei pennacchi (1954), opera di Salvatora Murra, per poi terminare nell’abside aperto da un grande arco trionfale, forte eco delle architetture rinascimentali. L’edificio è scandito da finestre in alto che aggiungono luce all’atmosfera spirituale della Chiesa, che risplende a tutto tondo nella calcolata combinazione di intonaco beige, slanciati pilastri con capitelli ionici, marmi policromi e bianco di Carrara e pregevoli stucchi d’impronta classica. 
Tra le meraviglie custodite in questo luogo suggestivo, l’altare maggiore del 1750 in marmo scolpito dal napoletano Aniello Gentile, precedentemente ospitato dalla Basilica Cattedrale di Brindisi; altri splendidi affreschi di Murra fra cui le maestose figure delle Virtù Teologali e le Virtù Cardinali; il grande organo a 49 canne proveniente anch’esso dalla Cattedrale brindisina,  le preziose statue dei Santi in cartapesta o legno cui la chiesa è dedicata; oltre a diverse grandi tele e pregiati arredi sacri accumulati nel tempo.
 

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